Società Economica di Chiavari: uno sguardo lungo 230 anni

(Liguria Notizie, 14/04/21) – La Società Economica di Chiavari, questo mese festeggia il compleanno, fra storia, progetti e prospettive future.
Era il 1791 quando, guardando alla fioritura delle accademie di manifatture e agricoltura in Europa, alcuni cittadini chiavaresi decisero di avviare un esperimento simile nella loro città. A sollecitare la costituzione di quella che diverrà l’odierna Società Economica, furono 55 cittadini, tra cui due donne (Lilla Rivara Bafica e Angela Ferrari Maschia), fatto non trascurabile, se si considera la condizione femminile dell’epoca. Fu il governatore di Chiavari, il marchese Stefano Rivarola (che ne sarà il primo Presidente) a raccogliere la petizione e a convocare i sottoscrittori nel pomeriggio del 15 aprile di quell’anno, nel suo palazzo di via Rivarola… Era nata la Società Economica di Chiavari!

Da allora si susseguirono a ritmo incalzante le riunioni e si avviarono le prime iniziative, spesso lungimiranti e all’avanguardia, in molteplici settori della società di allora. Fra i tanti obiettivi raggiunti dalla neonata S. E. vanno senza dubbio segnalati: la sconfitta della carestia con l’introduzione della coltivazione della patata; il miglioramento dell’olivicoltura e della spremitura delle olive; la manifattura di lini, tele e damaschi; la diffusione di nuovi alveari; l’attivazione della filiera del legno con la promozione dell’ebanisteria e dell’arte sediaria (che segna la nascita della “chiavarina” o sedia leggera, eccellenza a livello mondiale); la coltivazione delle cave di ardesia; la produzione di pentole e dei nuovi fornelli popolari “Rumford” dal miglior rendimento.

Per incentivare lo sviluppo di queste nuove tecniche, già il 30 novembre 1791, vennero messe in palio due medaglie d’argento (del peso di 2 once): la prima destinata al miglior progetto d’una scuola di lavoro femminile per le ragazze del popolo; la seconda per il progetto di un nuovo ponte in pietra alla foce dell’Entella (poi realizzato in legno nel 1810 dall’ingegnere francese Lefebvre) e la realizzazione di una mostra annuale di manufatti da assegnare con lotteria che, nel 1793, costituì il secondo saggio al mondo di esposizione industriale (preceduto solo da quello della Società Patria di Genova). L’eredità di quelle due prime iniziative prosegue, ai giorni nostri, con il Premio Turio Coppello e la Mostra del Tigullio.

La Società Economica varò molte sue iniziative prima di avere, finalmente, nel 1814, una sua sede stabile:
– nel 1796 fornì alla città la prima illuminazione notturna nei domini della Repubblica (la capitale, Genova, l’ebbe solo nel 1797)
– sempre nel 1796 un gruppo di Soci, denominatosi dei Filomati, istituì una pubblica libreria, l’odierna Biblioteca
– Fondò l’Asilo infantile, la Società Operaia di Mutuo Soccorso, la Scuola di chimica applicata all’industria e, insieme al Comune, avviò un Scuola Tecnica e una Cassa di Risparmio che funzionò fino al 1926.
– Aprì il Ricovero di Mendicità, poi Casa di Riposo Torriglia
– Varò l’Annuale Mostra Zootecnica
– Istituì la Cattedra ambulante di Agricoltura, l’Istituto Tecnico e la Scuola di maestranza Mazzini.
In breve tempo venne riconosciuta come punto di riferimento e quindi oggetto di lasciti testamentari, grazie ai quali realizzò e sostenne nuovi progetti:
– l’Ospizio Bancalari-Artigianelli
– la Scuola Elementare di Magnasco
– l’Istituto per il Baliatico agli Infanti Legittimi Poveri (che compie quest’anno 100 anni)
– la Scuola Elementare del quartiere Scogli

Oggi come allora la sopravvivenza della S.E. (fra le pochissime istituzioni analoghe, fondate del secolo dei Lumi in Europa, ad essere ancora in attività) è assicurata dai lasciti del passato e dalla liberalità dei suoi Soci, che consentono di proseguire iniziative longeve oltre ad avviarne di nuove e facendo di questa istituzione un punto di riferimento per lo sviluppo culturale della città e del territorio.

Così sottolinea l’attuale Presidente, Francesco Bruzzo: «In questi 230 anni di attività la Società Economica non è mai venuta meno al suo compito di motore propulsivo del territorio e delle sue attività, spesso cercando di fare da ponte fra un passato glorioso e un futuro in trasformazione.
Oggi più che mai si fa promotrice di attività, organizzando manifestazioni nelle sue strutture od ospitando iniziative esterne. Ancora oggi il suo fiore all’occhiello è la Biblioteca, la più grande della Riviera orientale, aperta al pubblico e frequentata da centinaia di studenti e da studiosi di ogni luogo, in virtù di un notevole fondo antico, ricco di rari documenti manoscritti, incunaboli, codici miniati, antiche edizioni ed archivi familiari e raccolte museali oltre che vivace realtà propositiva.
Salutiamo con gioia e soddisfazione questo ragguardevole traguardo, che vogliamo condividere con tutta la cittadinanza, in attesa di poterlo festeggiare appena le condizioni sanitarie lo permetteranno. Oggi tocca a noi perseverare nel lavoro a favore della comunità, con l’impegno di tramandarlo alla prossima generazione di Soci della Società Economica di Chiavari».

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