Storia del Presepe, dalle origini alla tradizione Reccese

(Liguria Notizie, 30/12/19) – Presepio o presepe, dalla lingua latina praesepe o praesepium, significa recinto chiuso, greppia, mangiatoia; indica una rappresentazione dell’adorazione di Gesù Bambino, realizzata per mezzo di figure e con elementi paesaggistici più o meno sviluppati.

Fin dal basso medioevo, nelle Chiese e nelle Confraternite venivano allestite sotto forma di sacre rappresentazioni le scene della natività, dell’adorazione dei pastori ed altri episodi della vita di Gesù. Il primo presepe con personaggi risale al 1283, tuttavia il periodo d’oro del presepe fu il Settecento. Dalla città di Napoli si diffuse nel mondo.

Le statue diminuirono di proporzione ma aumentarono smisuratamente di numero. I personaggi erano costruiti con manichini di ferro, imbottiti con stoppa. La testa era di terracotta, gli occhi di cristallo, le estremità in legno; per i costumi venivano tessute apposite stoffe con minuscoli disegni.

L’ambientazione dei presepi riproduceva spesso con molto realismo la vita della comunità che li progettava. Il presepe è stato in seguito costruito in tutte le dimensioni possibili e con le materie che si possono immaginare, rimane un insieme di manifestazioni, di usi e tradizioni che si sono sovrapposte, escludendosi ed integrandosi a vicenda fino ad arrivare all’attuale rappresentazione plastica.

In sintesi, si possono distinguere due tipi di presepio: storico o popolare; nel primo il costruttore riproduce fedelmente l’ambientazione, gli edifici, i personaggi, l’abbigliamento dell’epoca storica in cui è nato Gesù. Nel presepe popolare il presepista ambienta liberamente la natività negli spazi in cui vive oppure in luoghi fantastico- simbolici.

È doveroso ricordare che Il presepe non è solo tradizione o raffigurazione di simboli. Un presepe esprime un messaggio indicandoci una via per la salvezza attraverso il rispetto, l’umiltà, l’amore, i valori della famiglia che nell’unità, secondo le semplici leggi naturali, dovrebbe resistere alle difficoltà terrene attraverso la fede e la semplicità del cuore. La volontà ed il coraggio di costruire, come nella vita anche nel presepe dovrebbero essere sempre animati dal buon gusto, dall’amore e dallo spirito del Natale. Preparando o ammirando un presepe dovremmo pensare alla nostra dimora interiore per prepararla ad accogliere tutto questo.

Anche quest’anno, a Recco, nel Santuario di San Michele e del S.S. Crocifisso potrete trovare un semplice presepe popolare: è ambientato in un borgo incantato, di altri tempi. La natività, come si conviene, è posta al centro della scena; alcune figure sono meccaniche ovvero animate da uno o più movimenti, pochissime sono scolpite nel legno e la maggior parte è in gesso.

Il piccolo mercato con i banchi di formaggi, salumi, terrecotte e altri articoli, l’acqua che sgorga dalla fontana, i camini accesi negli interni di alcune case, i panni stesi, il cestino che scende dalla finestra, una donna che pompa l’acqua alla fontana, il fabbro che batte alacremente il ferro, l’interno di una vecchia cucina con una signora che prepara la sfoglia con i fuochi accesi nel banco fornelli tipico della Liguria, oltre all’alternarsi delle fasi del giorno e della notte con il cielo azzurro completano questo singolare presepe.

Il presepe è visitabile fino al 27 Gennaio, nei giorni festivi e prefestivi dalle 15 alle 18 nel Santuario di San Michele e del S.S. Crocifisso.
La storia del presepio è scritta da Massimo Antola, reccese e cultore delle tradizioni liguri.

Liguria Notizie, Storia del Presepe, dalle origini alla tradizione Reccese