Metti, una sera a cena…

La scena si svolge nel centro di Milano, in un ristorante in cui un uomo di 47 anni, architetto, e una donna, stilista, si ritrovano per la prima volta a cena dopo essersi conosciuti da qualche settimana tramite un’applicazione di incontri. Il ristorante propone una cucina di prodotti esclusivamente a chilometro zero. L’ordine è già stato preso e la coppia comincia a parlottare scambiandosi opinioni sui cibi preferiti per approfondire la conoscenza, aspettando di essere serviti.

[Il cameriere arriva con i due patti]: Immagino la lasagna vegetariana sia per la signora e il risotto alla monzese per il signore…

Lui: Ehm, no, è il contrario…

Lei [quando il cameriere si è già allontanato dal tavolo]: Sei vegetariano?

Lui: No, è solo che non mi sembra una buona idea mangiare sempre carne. Non è obbligatorio, una volta alla settimana basta e avanza. Le proprietà della carne puoi trovarle in molti legumi. Anche i media ne parlano, non fa bene alla salute mangiarne troppa.

Lei: Certo, certo, capisco. Insomma, stai attento a quello che mangi…

Lui: Non è mica una colpa! Questo non vuol dire che mangio solo verdure cotte! Lo vedi anche nei programmi di cucina alla TV, gli chef stanno sempre più attenti a coniugare piacere del cibo e attenzione alla salute, alla ricerca dei prodotti di qualità, sani…non abbiamo scelto questo ristorante per caso no?

Lei: Non credo che la porzione enorme di lasagne che hai preso faccia poi così bene [sorridendo]… Scommetto che lo chef del ristorante è un uomo…

Lui: Eh va be’ ma allora siamo proprio nel cliché estremo! Come se gli uomini si abbuffassero e basta… Anzi ora chiedo al cameriere.

[Una volta chiesto, arriva la conferma: lo chef è un uomo.]

Lei: Visto?

Lui: Dai, ma non vuol dire niente. Oggi gli uomini cucinano sempre di più, e non solo gli chef in TV: anche gli uomini qualunque, in casa, ogni giorno.

Lei: Bah, insomma, se è così non è il caso degli uomini che ho conosciuto sinora. Il mio ex marito mi ha già scritto due volte da oggi pomeriggio per chiedermi cosa preparare per cena a nostro figlio…

Il dialogo tra l’uomo e la donna seduti a tavola al ristorante pone la questione dei rapporti di genere e le asimmetrie e disuguaglianze che caratterizzano i rapporti tra i sessi: qual è davvero la posizione dell’uomo in cucina? Siamo davvero di fronte, oggi, a uno scenario di pratiche in cui gli uomini entrano (finalmente, verrebbe da dire) in cucina permettendo un rapporto più egualitario con le mansioni domestiche legate al care alimentare? Cucinare resta un compito percepito come femminile o no?

Lui: Guarda, davvero non vorrei passare per il macho di turno ma non credi che sia in un certo senso logico, normale insomma, che le donne si occupino della casa un po’ più degli uomini?

Lei: Cosa?!

Lui: Nel senso che se è vero che gli uomini possono partecipare è pure vero che spesso siamo noi a lavorare di più e più lontano da casa. E poi non ti sembra che ci sia anche qualcosa di più materno, di più femminile, nell’occuparsi dei bambini, della casa? Insomma, è sempre stato così sin dalla preistoria! Te li ricordi i nostri libri di scuola cosa raccontavano?

Lei: Aspetta, ma la preistoria è tutto un altro contesto. Di cosa stai parlando? I nostri antenati dovevano cacciare mammut, utilizzare armi, spostare cadaveri di animali enormi. Era logico fossero gli uomini a farlo perché sono fisicamente più prestanti. Quindi le donne, in un certo senso, facevano il resto. Ma oggi credi che ci sia bisogno di essere Big Jim per liberare la lavastoviglie dai piatti appena lavati o per pelare patate?

Lui: Ma no, certo che no, lo so! Non volevo dire questo. Volevo dire che sin dalla preistoria è evidente che uomini e donne si siano organizzati in funzione di compiti diversi e complementari. È la natura! Non che debbano avere tutti la stessa mole di lavoro o svolgere lo stesso tipo di mansioni domestiche, ma che ci sia appunto questa complementarità. Non ti sembra? Poi è bello essere complementari, no?

Lei: Mah… E cosa sarebbe per te la complementarità oggi, scusa? Perché sinceramente non sono sicura di aver capito di cosa parli. Nella preistoria ti ho detto posso capire, l’uomo caccia, la donna raccoglie le bacche: ma oggi? Questa distinzione non ha più senso.

Lui: E invece sì. Stesso discorso oggi. Guarda quante attività necessitano ancora oggi di maggiore forza fisica e che sono svolte naturalmente dagli uomini: la caccia, o lavorare nei campi, o anche solo il giardinaggio. Io ho molti amici che vanno a caccia e che portano la selvaggina alle mogli o alle madri che la cucinano per la famiglia. Io lo trovo qualcosa di molto armonioso, come è sempre stato…

L’argomento della tradizione, del “si è sempre fatto così”, è frequentemente all’origine di retoriche discriminatorie. Affermare che, storicamente, le società si siano sempre organizzate in un certo modo permette di far passare come naturali e universali tutta una serie di costruzioni e pratiche sociali che si sono sedimentate col tempo: di queste fa parte anche la ripartizione dei compiti domestici secondo i sessi.

Lei: Ma scusami, non viviamo più nel Medioevo! Quand’ è che sei andato a caccia l’ultima volta per procurarti cibo?! Dai! Viviamo in città che danno accesso a tutto, la selvaggina puoi andare a comprartela in una macelleria e pure in alcuni supermercati! Invece ancora oggi c’è da andare a fare la spesa, cucinare, mettere tutta la famiglia a tavola, pulire, lavare le stoviglie. D’accordo esistono gli elettrodomestici ma spesso questi compiti sono un dovere delle donne. Cosa resta da fare agli uomini in cucina?

Lui: Va bene. Su questo posso anche essere d’accordo ma devi ammettere che tutti questi “doveri” di cui parli oggi si sono dimezzati in termini di tempo richiesto. Come dici giustamente, viviamo in città e abbiamo tutta una serie di servizi a disposizione per guadagnare tempo in cucina. Chi, oggi, non ha elettrodomestici in casa? Chi non ha una lavastoviglie? Per tutta una serie di attività che prima richiedevano uno sforzo femminile oggi c’è la tecnologia, e si risparmia tempo!

Lei: Oh grazie, grazie davvero [con tono ironico]! Ma questi elettrodomestici non è che funzionano da soli, i piatti e le forchette non vanno da soli a lavarsi come noi andiamo in doccia!

Lui: Sì è vero, ma ci sono anche moltissimi uomini che aiutano a pulire la cucina o la tavola dopo i pasti, che rimettono a posto piatti e stoviglie appena lavate. E poi anche per cucinare le donne sono più libere oggi. Non è più necessario che la donna si prenda la briga di fare tutto e tutti i giorni. Esistono le consegne a casa, il take-away, i cibi surgelati: guarda che ci sono anche cose buone che puoi trovare tra i surgelati! Proprio qualche giorno fa ho provato una vellutata alla zucca gialla, buonissima…

Lei: E allora ammettiamo anche che si possa passare meno tempo di prima in cucina, che i piatti già pronti siano un’alternativa – anche se sulla loro qualità ho grossi dubbi – ma almeno la spesa, dico la spesa qualcuno dovrà andare a fare la spesa, no? Non mi pare che gli uomini se ne occupino molto…

Sul finire della discussione in merito alle nuove abitudini alimentari ridefinite dalle nuove tecnologie e dai servizi offerti in città ecco che fuori dal ristorante la coppia scorge alcuni giovani che ricevono delle porzioni di cibo ben imballate e si preparano a consegnarle con le loro biciclette in giro per le vie durante tutta la serata.

È vero quello che dice la nostra coppia al tavolo. Le tecnologie alimentari hanno senza dubbio sconvolto i tempi della cucina e partecipato a ridefinire in parte la divisione dei compiti in famiglia. Pensiamo alla crescita dei consumi di prodotti surgelati, di piatti già pronti, all’utilizzo dei robot da cucina, ma anche al processo di diffusione e ramificazione della ristorazione (da quella privata a quella per aziende sino a quella dei servizi scolastici, solo per citarne alcune) in quanto impresa che genera profitti di vasta portata, così come la proliferazione di quei servizi che permettono di recuperare il proprio pasto passando per un drive e restando comodamente in automobile, o ancora facendosi consegnare il pranzo o la cena a casa.
La domanda che sorge spontanea ci conduce alla solita riflessione: tutte le evoluzioni contemporanee legate alla cucina e alle pratiche alimentari sono davvero fonte di una riduzione delle disuguaglianze di genere?

FIDOLINI, Vulca. – Metti, una sera a cena. : Invito alla tavola degli stereotipi con Tristan Fournier In : Uomini e diete : Cibo, maschilità, stili di vita [en ligne]. Torino : Rosenberg & Sellier, 2022