C’era una volta, sulla riva di un grande mare azzurro, la Città dei Quattro Soletti, chiamata così perché il sole sembrava più gentile lì che altrove.
In quella città vivevano soprattutto gatti: gatti pigri sui balconi, gatti filosofi sui tetti, gatti operai nei vicoli, gatti poeti nelle soffitte.
Un giorno, il Consiglio dei Gatti Importanti annunciò trionfante:
«La nostra economia sta crescendo! Le ciotole non sono mai state così piene!»
Sui muri comparvero manifesti con gatti sorridenti davanti a montagne di crocchette.
Ma, come sempre accade, la realtà sui tetti era un po’ diversa dai numeri sui cartelli.
🏝️ La città-parco giochi
Da anni, la Città dei Quattro Soletti si era trasformata in una sorta di parco giochi per visitatori che arrivavano da ogni dove: cani eleganti, gabbiani arricchiti, gufi consulenti, e strani uccelli con valigette di pelle.
I gatti del posto facevano un po’ di tutto:
- servivano latte e sardine nei locali sul mare,
- portavano valigie più grandi di loro,
- pulivano le impronte lasciate dagli ospiti sul lungomare.
Ogni tanto, qualcuno osava miagolare:
«Ma se tutto questo è ricchezza… perché io ho ancora la ciotola mezza vuota?»
🏦 Le Grandi Imprese Forestiere
Nella parte alta della città, lontano dai vicoli, sorsero grandi palazzi di vetro: lì avevano sede le Grandi Imprese Forestiere.
Avevano nomi altisonanti in lingue che nessun gatto capiva bene.
Portavano:
- macchinari lucidi,
- cartelli luminosi,
- e una lunga scia di contratti pieni di zampate in piccolo.
Dai tetti, qualcuno notava:
«Entrano tante crocchette… ma quante restano davvero qui?»
Perché ogni fine mese si vedevano grandi stormi di corvi-banchieri volare via portando sacchi di monete verso Nord, Est, Ovest… ovunque, tranne che sui tetti della Città dei Quattro Soletti.
🕊️ Gli uccelli migratori
Nel frattempo, arrivavano in massa uccelli migratori: fringuelli, passeri, rondini.
Avevano volato lontano, in cerca di una vita migliore, e si accontentavano di poche briciole pur di restare.
Le Grandi Imprese Forestiere, e anche molti gatti benestanti, erano felici:
«Finalmente qualcuno disposto a lavorare tanto per poche crocchette!»
Così, i gatti giovani della città si ritrovarono spesso:
- senza lavoro,
- senza prospettive,
- e con molti discorsi sul “merito”, ma poche ciotole piene.
🌿 Il Grande Piano del Muschio Verde
Per mostrare che la città era moderna e responsabile, il Consiglio dei Gatti Importanti lanciò il Grande Piano del Muschio Verde.
Si parlava di:
- tetti ricoperti di muschio eco-sostenibile,
- ruote che producevano energia con il vento del mare,
- fontane d’acqua purissima per tutti (in teoria).
Il problema era che:
- quasi tutte le tecnologie arrivavano da lontano,
- i contratti erano complicati,
- i debiti li avrebbero pagati… i gattini futuri.
Ogni tanto, un vecchio gatto osservava:
«Strano modo di salvare il bosco, indebitando la foresta.»
Ma nessuno lo ascoltava troppo, perché non aveva un microfono né una grafica accattivante.
😼 Leo, il gatto che contava in modo diverso
In un sottotetto vicino al porto viveva Leo, un gatto dal pelo un po’ arruffato e dagli occhi lucidissimi.
Mentre gli altri si accontentavano dei numeri sui giornali, Leo aveva un suo sistema di misura:
- Non contava il PIL dei Gatti,
- contava le ciotole davvero piene,
- i sonni tranquilli,
- e il numero di gatti che non dovevano scegliere tra crocchette e medicine.
Un giorno, dopo aver ascoltato l’ennesimo discorso trionfale sulla “Crescita”, sbuffò:
«Interessante… La città cresce, ma:
- i palazzi sono di altri,
- le macchine sono di altri,
- il sapere è di altri,
- il debito è nostro.
Mah. A me sembra di aver già visto questo film… quando i vecchi coloni arrivavano coi cannoni.
Ora arrivano con grafici, loghi e certificazioni verdi. Ma la logica è la stessa:
noi ci mettiamo il sole, loro si portano via l’ombra fresca».
Si leccò una zampa e concluse:
«Finché la ricchezza passa, ma non resta…
finché la città è bella per chi arriva e dura per chi comanda,
ma dura da vivere per chi ci abita…
questa non è vera prosperità.
È solo un neocolonialismo da villeggiatura.»
🐈 La vera misura della ricchezza
La favola non ha un lieto fine definitivo, perché la Città dei Quattro Soletti esiste ancora, e ogni giorno decide dove andare.
Ma Leo, il gatto economista, ripete sempre la stessa cosa ai gattini che lo vanno a trovare:
«Non fatevi incantare dalle grandi cifre e dai bei grafici.
Guardate:
- chi decide,
- chi possiede,
- chi incassa,
- e chi resta indietro.
Quella è la vera mappa del potere.
E ricordate: un’economia è sana solo se tutti i gatti possono dormire con la pancia piena e la coda rilassata, non solo quelli nei palazzi di vetro.
Miao.»













